Sabtu, 19 Januari 2013

LA CHIESA IN ASIA


Ansensius Guntur (Yance)


      I.            Introduzione

L'Asia è il continente più vasto e più popolato nel mondo. L’Asia è casa per circa di 3.6 miliardi persone, due terzi della popolazione mondiale. Nel suolo asiatico troviamo delle maggiori religioni del mondo, quali il giudaismo, il cristianesimo, l'islamismo e l'induismo. In questa terra pure sono nati altre tradizioni spirituali, quali il buddismo, il taoismo, il confucianesimo, lo zoroastrismo, il giainismo, lo psichismo e lo shintoismo. Inoltre, milioni di persone seguono altre religioni tradizionali o tribali, con vari gradi di riti, di strutture e d’insegnamenti religiosi formali[1].

La chiesa Cattolica ha origine in questa terra, in Palestina (Asia dell’Ovest). I dati recenti mostrano che in questo continente ci sono più di 120 milioni cattolici, una frazione di 3% del numero totale della popolazione in Asia. La Chiesa cattolica è una minoranza nei paesi asiatici tranne Filippine e Timor Est. Come la chiesa cattolica si sviluppa in questa terra? Quale sarebbe l’identità’ della chiesa asiatica? Qual è la sua spiritualità?

In questo piccolo elaborato, cerco di presentare prima di tutto la presenza storica della chiesa cattolica in Asia. Conoscere la storia ci aiuta a capire certi elementi importanti riguardante la chiesa cattolica in Asia oggi. La spiritualità è anche parte importante d’una chiesa. Cerco di trovare alcuni elementi che potrebbero essere tratti particolari della chiesa asiatica.

   II.            Chiesa Cattolica in Asia


La religione cattolica è nata in Palestina, una parte dell’Asia dell’Ovest o Medio Oriente. Le chiese di due paesi vantano un’origine apostolica: quella di Persia e quella dell’India. In Persia si è costituita la prima comunità cristiana fuori dei confini dell’impero romano. La presenza nel Kerala, nell’India meridionale, fin dai tempi apostolici è affermata da molteplici tradizioni, secondo la quale san Tommaso è arrivato nel 52 ed è stato ivi martirizzato.

Furono i cristiani siriani di Persia ad arrivare in Cina e ad istaurarvi comunità. La prima presenza cristiana sicura in Cina va dal 635 all’845, anno della grande persecuzione contro le religioni straniere e in primo luogo contro il buddismo. La seconda ondata venne dall’occidente ad opera degli ordini mendicanti, e in particolare di Fr. Giovanni da Montecorvino che arrivò nel 1294 a Pechino e in una dozzina d’anni battezzò seimila persone.

La terza inizia propriamente nel 1583 con l’arrivo dei gesuiti Ricci e Ruggeri. Dopo un tentativo di adattamento buddhista, l’assunzione di atteggiamenti e di valori confuciani e l’introduzione delle conoscenze scientifiche specialmente astronomiche facilitarono la conversione. Alla sua morte nel 1611, Ricci lasciava 2.500 battezzati sotto la cura di 16 missionari di cui la metà cinesi. I neo cristiani erano cinesi di classe sociale dotta ed elevata. Questo spiega la rapida crescita: nel 1700 i cattolici erano circa 300.000.

In Giappone l’evangelizzazione fu iniziata da san Francesco Saverio nel 1549. Lo sviluppo fu rapido. Quarant’anni dopo, quando incominciarono le prime avvisaglie della persecuzione, i cristiani erano 205.000 curati da 43 sacerdoti coadiuvati da 73 chierici e fratelli dei quali 47 erano giapponese. Nel 1614, all’inizio della persecuzione diretta, i cattolici erano 300.000.

Il potere coloniale pose fine alle persecuzioni contro i missionari e permise una loro presenza più regolare. Le comunità cristiane si moltiplicarono in concomitanza con le colonie portoghesi e spagnole, come nell’India meridionale, a Sri Lanka e in particolare nelle Filippine. In questo paese, l’attività’ missionaria iniziò nel 1565 con l’arrivo dell’ammiraglio spagnolo Legazpi ed è legata all’ispanizzazione delle isole, che comportava anche la cristianizzazione delle popolazioni.

La colonizzazione dell’Asia da parte dei paesi occidentali non porta solo elementi positivi ma anche causa i risvolti negativi sull’opera missionaria. Alcuni paesi dell’Asia (Giappone, Vietnam e Corea) tendono a vedere questi cristiani come quelli che possono fare la complicità con i possibili colonizzatori.

L’indipendenza dei paesi asiatici, avvenuta tra il 1945 e il 1955, ha segnato per le missioni una nuova epoca. Nazionalismo e risveglio delle religioni locali sono stati concomitanti.[2]

Il numero totale dei cattolici nel mondo è poco ma l’importanza della chiesa cattolica è ben notata. La chiesa ha dato una contribuzione molto importante nell’Asia. La chiesa cattolica è consistente nel suo lavoro nell’educazione, assistere i malati e i bisognosi e una rete della sua presenza.

La contribuzione della chiesa sull’educazione è ben nota in Asia. In Asia, ci sono 12, 891 scuola materna con 1, 623,466 bambini e 14, 641 scuole elementari con quasi 5 milioni dei numeri degli studenti.[3]

Dal 21, 787 centri sanitari nel mondo gestiti dai cattolici, 3.905 sono presenti in Asia. Per dare un poco di dettagli, scopriamo che in Asia ci sono 1.088 ospedali cattolici, 822 cliniche, 59 centri dei lebbrosi, etc. Tanti centri dipendono dagli ordini religiosi ma grande percentuale sono gestiti dai diocesi asiatici.  Ci sono più di 9.000 scuole medie e superiore gestite dai diocesi cattolici dove studiano più di 5 milioni degli studenti. Ci sono pure le università cattoliche, dove studiano più di un milione degli allievi. Le scuole cattoliche godono un grande prestigio per la qualità dell’educazione che offrono.


III.            Spiritualità Asiatica


Possiamo discernere almeno tre significati della spiritualità. Vediamo spiritualità come un rapporto dell’uomo con Dio. Concepiamo anche spiritualità come il vivere della vita cristiana sotto l’influenza di Gesù’, una persona libera che ci libera. Il terzo significato è di capire la spiritualità come animazione, ispirazione e la vita viva sotto l’azione dello spirito santo, la terza persona della trinità[4].  Tenendo in mente questi significati, possiamo cercare alcuni elementi della spiritualità cristiana.

a.     La centralità di Gesù’ Cristo e il rispetto delle altre religioni

 Il pluralismo delle religioni in Asia ha dato una sfida alla fede in Cristo delle comunità cristiana. L’incontro con le diverse religioni ha stimolato una riflessione su come il nucleo della fede cattolica – la centralità di Gesù’ Cristo per la salvezza – è collegato al riconoscimento degli elementi positivi nelle altre tradizioni. La chiesa cattolica in Asia tiene ferma la verità della sua fede e allo stesso tempo essere aperti ad avere contatti con quelli di altre religioni. Papa Giovanni mette a fuoco la centralità di Gesù’ nella sua esortazione Ecclesia in Asia dicendo “Ciò che distingue la Chiesa dalle altre comunità religiose è la fede in Gesù Cristo; ed essa non può tenere per sé questa preziosa luce della fede sotto il moggio (cfr Mt 5, 15), poiché la sua missione è quella di condividerla con tutti.”

Davanti alla diversità religiosa, la chiesa ha seminato un atteggiamento di rispetto e tolleranza. In Ecclesia in Asia, Giovanni Paolo II esprime la sua ammirazione per la religione asiatica, dicendo “I popoli dell'Asia sono conosciuti per il loro spirito di tolleranza religiosa e di coesistenza pacifica. Senza negare la presenza di aspre tensioni e di violenti conflitti, si può tuttavia dire che l'Asia ha spesso dimostrato una notevole capacità di adattamento ed una naturale apertura al reciproco arricchimento dei popoli, nella pluralità di religioni e di culture.”[5]

Davanti agli altri grandi religioni in Asia, I vescovi Asiatici esprimono la difficoltà di proclamare Gesù’ quale l’unico salvatore. Questa difficolta’ nasce dal fatto che Gesù’ viene speso percepito come un estraneo all’Asia. E’ vero che Gesù’ è nato nella terra asiatica ma molti asiatici tendono a vedere Gesù’ come un occidentale piuttosto che come una figura asiatica. I missionari occidentali fossero stati influenzati dalle loro culture di provenienza. Per questo, Ecclesia in Asia rileva l’importanza di avere una pedagogia adatta alla cultura Asiatica. Il contatto personale diventa un valore richiesto per ogni ministero di Gesù’ e offrendo al popolo asiatico della figura di Gesù come “Maestro di Sapienza, il Guaritore, il Liberatore, la Guida spirituale, l'Illuminato, l'Amico compassionevole dei poveri, il Buon Samaritano, il Buon Pastore, l'Obbediente”.[6]


b.     La Contemplazione

La spiritualità Asiatica contiene un forte appello alla contemplazione. In Ecclesia in Asia, Papa Giovanni Paolo II afferma che l’amore per il silenzio e la contemplazione sono valori religiosi e culturali tipici dei popoli dell’Asia.[7] Nella settima assemblea plenaria dei vescovi dell’Asia (FABC) in Tailandia (3-12 gennaio 2002), con tema generale “La Chiesa Rinnovata in Asia: Missione dell’amore e del servizio”, sottolinea l’importanza del movimento verso una interiorità profonda:

 “the Asian Church becomes a deeply praying community whose contemplation is inserted in the context of our time and the cultures of our peoples today. Integrated into everyday life, “authentic prayer ha to engender in Christians a clear witness of service and love””[8].
          
FABC vuole sottolineare che la contemplazione dovrebbe aiutare I cristiani a dare una testimonianza chiara del servizio e dall’amore.

c.      Evangelizzazioni – in modo asiatico

Sin dall’origine i cristiani sono stati sempre stimolati a evangelizzare. Per l’evangelizzazione nella terra asiatica, Papa Giovanni Paolo II fa ricordare al popolo Asiatico che Gesù’ Cristo deve essere l’ispiratore dell’attività’ evangelica[9]. In quale modo possiamo evangelizzare?

Un vescovo Indonesiano Suharyo nell’occasione dell’incontro dei FABC disse che In Asia, la gente crede quello che vede. Il popolo asiatico pone molto attenzione alle persone e i rapporti più che le dottrine, soprattutto quelli che mostrano il rispetto, cura e compassione. Ethos Asiatico dell’umanità’ è il primo invito a cominciare la missione. Quando si rapportano con la gente, soprattutto con la gente di altra fede, si vede la preoccupazione, valori, i dolori, le agonie, il loro amore per la pace e armonia della vita, aspirazione che spontaneamente il popolo asiatico condivide.[10] L’evangelizzazione dunque deve essere nel pieno rispetto, nella pace e nella compassione verso l’altro.

La silenziosa testimonianza di vita rimane l’unico modo di proclamare il Regno di Dio in molti luoghi in Asia. Non tutti paesi asiatici ottengono la libertà religiosa. La testimonianza della vita potrebbe diventare un’evangelizzazione efficacia.

Giovanni Paolo II afferma che il rispetto come un atteggiamento giusto verso gli altri. Tuttavia lui ricordo ai fedeli asiatici di non eliminare la necessità dell’esplicita proclamazione del Vangelo. Ecco le sue parole: “Una proclamazione che rispetta i diritti delle coscienze non viola la libertà, dal momento che la fede richiede sempre una libera risposta da parte dell'individuo. Ma il rispetto non elimina la necessità dell'esplicita proclamazione del Vangelo nella sua interezza. Specialmente nel contesto della ricca varietà di culture e religioni in Asia, occorre rilevare che “né il rispetto e la stima verso queste religioni, né la complessità dei problemi sollevati sono per la Chiesa un invito a tacere l'annuncio di Cristo di fronte ai non cristiani””.


d.     Una nota sulla Spiritualità della liberazione

Nasce un tentativo in Asia di elaborare una spiritualità della liberazione. Nell’introduzione del libro “Asian Christian Spirituality: Reclaiming Traditions”, tre editori (Virginia Fabella, Peter K. H. Lee e David Kwang-sun Suh) sono del parere che non si può parlare della spiritualità Asiatica senza prendere in considerazione il grido dei milioni degli marginati e sofferenti che compongono la maggioranza della popolazione Asiatica. Per essere rilevante, la spiritualità dovrebbe essere quella che rispondono al bisogno della gente e della loro situazione. Essa deve riguardare le lotte contro la condizione disumanizzante economicamente e politicamente.[11]


IV.            Conclusione

Abbiamo visto che la chiesa cattolica e’ nato nella terra Asiatica dove si troviamo il pluralismo sia dei popoli sia delle religioni e tradizione. La Chiesa entra nella storia del popolo asiatico e cerca di far evidenziare la fermezza nella fede in Cristo Salvatore.

Asia e’ un popolo diverso. Hanno la particolarità’ nel modo di vedere Cristo, concepire la vita. La loro spiritualità nasce da questa riflessione. Il rispetto, contemplazione, e evangelizzazione sono alcuni elementi di poter parlare della spiritualità asiatica.

Per terminare il mio elaborato, vorrei fare ecco le parole che Giovanni Paolo II dice all’inizio della sua esortazione, “Dato che Gesù è nato, vissuto, morto e risorto in Terra Santa, questa piccola porzione dell'Asia occidentale è diventata terra di promessa e di speranza per tutto il genere umano”.


















BIBLIOGRAFIA



FABELLA, V – PETER, K.H.L – SUH, D.K., Asian Christian Spirituality: Reclaiming Traditions, New York 1992.

BRESSAN, L., The Catholic Church and its Presence in Asia, Milano 2010.

CHIA, E., Dialogue: Resource Manuali for Catholics in Asia, New Delhi 2002.

Giovanni Paolo II, Ecclesia in Asia, Roma 1999.

HAN, P.C., Christianities in Asia, Oxford 2011.

ZAGO, M., La Chiesa in Asia Oggi, Bologna 1983.








[1] Giovanni Paolo II, Ecclesia in Asia, Roma 1999
[2] ZAGO, M., La Chiesa in Asia Oggi, Bologna 1983, 8-14
[3] BRESSAN, L., The Catholic Church and its Presence in Asia, Milano 2010, 201-202
[4] FABELLA, V – PETER, K.H.L – SUH, D.K., Asian Christian Spirituality: Reclaiming Traditions, New York 1992, 126
[5] Giovanni Paolo II, Ecclesia in Asia, Novembre 1999
[6] Giovanni Paolo II, Ecclesia in Asia, Novembre 1999
[7] Giovanni Paolo II, Ecclesia in Asia, Novembre 1999
[8] PHAN, P.C., Christianities in Asia, Oxford 2011, 257
[9] Giovanni Paolo II, Ecclesia in Asia, Roma 1999
[10] CHIA, E., Dialogue: Resource Manuali for Catholics in Asia, New Delhi 2002, 187
[11] FABELLA, V – PETER, K.H.L – SUH, D.K., Asian Christian Spirituality: Reclaiming Traditions, New York 1992, 126

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