Ansensius Guntur
(Sudah dimuat di majalah)
(Sudah dimuat di majalah)
Bersama beberapa TKI di Kaohsiung |
Outing dengan komunitas Filipina |
Ho avuto la grazia di trascorrere le mie vacanze estive
in Taiwan. E’ stata una bella esperienza, una primavera di straordinari
sentimenti, di cui mi sento fiero, soprattutto perche’ ho avuto modo di vivere una
mia a esperienza ormai prossimo alla mia consacrazione sacerdotale. La presenza scalabriniana in questa
"isola formosa" e' iniziata nel 1994 con l’arrivo dei primi
missionary, i PP. Edwin Coros e P. Michael Cagna.
L'archvescovo di Taipei
sentiva l'esigenza di rispondere pastoralmente il fenomeno migratorio nel paese
che diventa fin d’allora meta preferita dei migranti, provenienti dale
Filippine, Indonesia e altri paesi dell’Asia. Attualmente,
quattro sono i missionary impegnanti nell’assistenza ai migrant e marittimi. Con
essi collaborano uno stedente scalabriniano impegnato nello studio della lingua
cinese, un sacerdote Indonesiano e vari collaborator laici.
Gli scalabriniani
sono presenti nella capital Taipei e a Kaohsiung. Sono giunto a Taiwan, un
paese di cui non conosco ne’ la lingua ne’ la cultura.Cio’ mi ha provocato fin dall’inizio
un senso di smarrimento ma allo stesso tempo d'eccitazione per conoscere questo
nuovo mondo e per affiancare i nostri confratelli nella loro missione fra i
migranti. Ho vissuto tante belle e significative esperienze, ma alcune mi hanno
particolarmente colpito.
La festa di San Cristoforo a Taipei
Il 29 luglio la parocchia celebrato annualmente la festa
del patron San Cristoforo. La gente accorre da ogni parte colmando la chiesa e
dintorni. La celebrazione sterna e’ in realta’ come tante altre feste di questo
genere, con la Messa solenne, canti e balli tradizionali, lo sfoggio di arti
culinarie, ma i partecipanti mostrano soprattutto di essere una “chiesa viva” a
un paese dove i cattolici sono appena l’1,4%, mentre il 47% sono non credenti, a
cui fanno seguito i buddisti e gli taoisti.
Il centro di detenzione
La visita al centro di detenzione di Taipei
e’ stata una seconda esperienza che mi ha colpito profondamente. La visita e’
permessa dale autorita’ solo il mercoledi di ogni settimana. Ho accompagnato in
questa occasione i rappresentanti della caritas diocesana e alcune suore che
svolgono un fecondo apostolato missionario in citta’. Ammetto di aver provato un po’ di
soggezione al pensiero di entrare in un luogo che, di certo, non gode di una
gran bella fama. Tuttavia non ho avuto paura, forse perché prevaleva in me la
curiosità di incontrare i migrant ivi detenuti molti dei quail provengono dalla
mia Indonesia.
Con mia grande sorpresa, all’entrare nelle loro celle,
manifestano la grande gioia gridando “Romo” (il termine Indonesiano con cui
identificano il sacerdote cattolico). Piu’ grande ancora e sorprendente fu la
scoperta che quanti ci identificano come “room” erano quasi tutti musulmani. Ho
avuto in quell momento la sensazione di non trovarmi in un istituo di
detenzione tata era la loro gioia e l’allegria per la nostra visita. Tanto piu’
che con loro potevo liberamente esprimermi nella mia lingua. Per un emigrante
avere un incontro con un compaesano vale molto di piu’ di qualsiasi altra visita.
Ho visto tanti sorrisi nei loro volti, come se fosse
sparita almeno per un momento ogni altra preoccupazione. Sono tornato, da una
parte con tanta gioia e dall’altra con tanta tristezza pensando a quei recluse
e alle loro famiglie.
L’Accoglienza
al Stella Maris Kaohsiung
Ho trascorso un breve period anche nella
citta’ di Kaohsiung, dove la presenza scalabriniana rimonta dal 1996. In questa
metropolis, si trova il centro di Stella Maris che accoglie non solo i marinai
e i pescatori, ma anche i migranti che si trovano in difficolta’. Ho avuto modo
di incontrare tante persone che parlano la mia stessa lingua e per loro
l’incontro si trasformava ben presto in un momento intimo e di grande sollievo.
Mi ha attirato l’attenzione il clima di profonda serenita’
spiritual che si vive nella cappella del Centro. Ma mi e’ stato anche div era
ma significativa sorpresa di trovare una sala riservata per la preghiera dei
musulmani, molto numerosi in citta’ e tra i marinai. Nonostante i problem e le
preoccupazioni quotidiane e la multietnicita’ delle persone che vi concorrono,
la Stella Maris di Kaohsiung ha Saputo creare un atmosfera di vera famiglia.
Ho apprezzato profondamente come i nostril missionary e
laici collaboratori siano sempre pronto e disponibili ad aprire le braccia ai
marinai e ai migrant, anche nelle ore notturne come spesso accade. Tra i
ricordi, mi sovviene di un giovane marinaio arrivato al Centro alle due della
note per chiedere aiuto. Ed e’ stato veramente bello vedere la sua felicita’ e
tornare al suo paese grazie all’aiuto offertogli.
Nell'arco del tre mesi del mio soggiorno, e’ stata veramente una primavera di
sentimenti da custodire nel profondo del cuore, di cui farne tesoro. Spero
di tornarci un giorno come missionario scalabriniano.
Mengunjungi para migran di Tahanan Xanxia |
Di Paroki St. Kristoforus Taipei |
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